VERONICA & MARCO
SPLIT SCREEN
La nuova rubrica e intervista by LDC
Esperimento e raccolta dati di una tesi. Siamo concordi nel dire che per alcune professioni i legami sentimentali, a prescindere dalle compatibilità caratteriali, siano altamente influenzati dal comprendersi nella sfera lavorativa.
Allora, in occasione del mese di febbraio e la festa dei cioccolatini, abbiamo iniziato un’indagine: abbiamo chiesto a coppie creative come vivono la loro dimensione all’interno della loro quotidianità. Se lavorare insieme sia un plus o se sia l’avere mentalità e professioni affini la carta vincente. E le loro considerazioni anche sulle difficoltà.
In un mondo sempre più cinico o sempre più strumentale, parliamo di amore, nella sua realtà e semplicità.
In questa rubrica nelle prossime edizioni parleremo anche di coppie creative composte da amici (come noi!) e coppie creative di famiglia, fratelli e sorelle.
VERONICA & MARCO
Ospiti della seconda intervista split della nostra nuova rubrica, Veronica Mengoli, regista e Marco Ferrara, montatore.
Si potrebbe pensare che lavorino spessissimo insieme e invece ci rivelano che loro, come coppia creativa, hanno trovato la loro isola felice confrontandosi sui lavori separatamente. Ognuno segue i propri progetti e hanno deciso scientemente che funziona decisamente meglio così. Nonostante abbiano iniziato a muovere dei passi insieme anche in quella direzione, la loro strada procede su ritmi diversi che entrambi rispettano e comprendono. Un lato della creatività, fondamentale, non è forse anche quello di inventarsi i modi migliori per darsi e dare il meglio? La loro differenza, il rispetto degli spazi e dei metodi, è la loro forza.
QUI SOTTO LE STESSE DOMANDE CON LE LORO DIVERSE RISPOSTE.
1. Come descriveresti il tuo lavoro?
VERONICA
Immersivo.
MARCO
Bella domanda! Probabilmente dipende dalla persona che la pone… spesso risulta difficile spiegare in cosa consiste il mio lavoro. Io ne sono perfettamente consapevole, ma riuscire a farlo capire ad altri a volte sembra impossibile. E dire che viviamo un’epoca con un bombardamento audio/video senza precedenti. Comunque, come descrivo il mio lavoro? Mi piace pensare di poter dare un senso alle immagini che ricevo, sia una pubblicità (anche se qui ammetto è più raro), sia un cortometraggio o un documentario.
Il fatto di poter alterare attraverso il montaggio il senso, il messaggio, il significato delle immagini è la cosa che mi ha stregato a suo tempo, quando sono entrato per la prima volta in una sala di montaggio, ed è tutt’ora la cosa che continua ad affascinarmi. Anche se ammetto che con il tempo sono diventato meno naif. Comunque per rispondere alla tua domanda, il mio lavoro consiste nel mettere a disposizione di un regista, una visone altra, diversa, rispetto a quella che il regista stesso aveva immaginato in fase di scrittura e successivamente in fase di ripresa.
Non necessariamente migliore o peggiore, semplicemente una prospettiva diversa da cui guardare le immagini.
P.s. poi per essere sinceri fino in fondo, spesso, più spesso di quanto vorrei, mi riduco ad un semplice esecutore delle volontà altrui. Ma è pur sempre lavoro, e con questo lavoro mi ci pago il mutuo… 😅
2. Come descriveresti il suo lavoro?
VERONICA
Immersivo.
MARCO
Allora, con il lavoro che faccio mi trovo a contatto con diversi registi e ognuno di loro ha le sue peculiarità. Pur essendo tutti, e sottolineo tutti, accomunati dalla stessa caratteristica, ovvero un amore ed una passione incondizionata per il loro lavoro, in tutti i suoi aspetti. Da quelli più noiosi a quelli più entusiasmanti. Non tocca a me dire quali sono… 😉.
Credo che il lavoro del regista, e quindi il lavoro di Veronica, sia di un complicato che io personalmente non sarei in grado di svolgere. Per chi non fa parte di questo ambito, il regista appare come una figura mitica che realizza le sue opere muovendo una bacchetta magica.
La realtà è completamente diversa, è un lavoro spesso frustrante, stancante, a volte privo di entusiasmo, ma a volte arriva il “Progetto” con la P maiuscola, sia questi un progetto personale o un progetto su commissione, e allora c’è una totale abnegazione al lavoro, non ci sono orari, tutte le energie indirizzate verso un unico obiettivo, e cioè realizzare il migliore prodotto possibile. Come descrivere il suo lavoro? Amore e odio, decisamente.
3. E come pensi che descriverebbe il tuo lavoro?
VERONICA
NOIOSO, Marco sul set si annoia da morire!
MARCO
Scherzando, più di una volta, Veronica ha detto che il mio lavoro non è poi così difficile, e che anche lei sarebbe in grado di farlo. C’è forse una parte di verità se lo stesso Kubrick disse una volta che un regista deve essere anche un montatore, non nella parte esecutiva sicuramente, ma di certo nella parte creativa.
4. Lavorare insieme. In che modo il lavoro dell’altro ti influenza? Se collaborate, come vi confrontate? Quali i vantaggi e quali le difficoltà?
VERONICA
È sempre uno stimolo vedere cosa succede intorno a te, che sia il lavoro del tuo compagno di vita, di un amico, di un collega: conoscere la visione degli altri è fondamentale, d’altronde facciamo comunicazione.
Più che influenzarmi il lavoro di Marco mi mette davanti alla differente percezione di ogni singolo.
Come regista mi innamoro di un’immagine che un montatore snobba perché non trova necessaria e magari recupera da dei “fegatelli” qualcosa dandogli un valore differente.
Abbiamo collaborato più all’inizio delle nostre carriere, ci siamo conosciuti ed aiutati.
Poi per un equilibrio di coppia la scelta è stata quella di non lavorare più insieme.
Il nostro tipo di lavoro non rispetta ne spazi ne tempi, quindi la nostra decisione si è rivelata vincente.
MARCO
Quando ci siamo conosciuti, io ero proprio all’inizio del mio percorso lavorativo e in tutta sincerità avevo pochissima esperienza.
Da parte sua Veronica vantava già una lunga esperienza come aiuto regista in ambito pubblicitario. Al tempo stesso aveva già l’urgenza o l’ambizione di passare alla regia e così aveva da parte un po’ di materiali che aspettavano di essere montati.
Erano degli “speculativi” che probabilmente ogni aspirante regista realizza per mettersi alla prova o per mostrare le proprie capacità. Fatto sta che ho montato alcuni di questi video ed il rapporto regista/montatore, per quel che mi ricordo (sono passati davvero tanti anni) è stato sereno; forse anche perché ci eravamo appena conosciuti e come si suol dire avevamo appena iniziato a frequentarci.
Col passare degli anni, siamo diventati una coppia vera e propria, e le occasioni di lavorare insieme non sono mancate, ma il rapporto regista/montatore non era + lo stesso. In quanto coppia ci prendiamo delle confidenze che io ad esempio con un altro regista non mi permetterei mai, e suppongo che valga lo stesso per lei. Quindi ci siamo detti o lavoriamo insieme o stiamo insieme. E abbiamo optato per la seconda.
5. Voi due contro il mondo o voi due insieme camminando nel mondo?
VERONICA
Decisamente noi due insieme camminando per il mondo, ultimamente spingendo una carrozzina gemellare, seguiti dal nostro amato Cody… sopratutto negli impagabili tempi deliziosamente vuoti che il nostro desiderato lavoro ci concede.
MARCO
Noi due insieme camminando nel mondo.
6. Lasciate qui una frase per l’altro.
VERONICA
Butta la pasta, sto tornando dal sopralluogo.
MARCO
“Dopo la tv c'è il cinema, dopo il cinema la radio e dopo c'è la morte"
Diego Lopez (cit.)